[SE SEI UN BANCHIERE FIUMI DI DENARO, SE SEI UN COMUNE MORTALE CON UN MUTUO DEVI SOFFRIRE]
Dopo il fallimento di Silicon Valley Bank e di Signature Bank, e con First Republic che è in crisi gli stati uniti decidono comunque di alzare i tassi.
Oltre ad una gestione molto maldestra dei conti da parte delle banche, la morsa dei tassi è uno dei fattori determinanti della crisi attuale, lo stiamo vedendo in questi giorni, di base l’innesco della bufera che sta colpendo il sistema bancario, sono proprio i tassi.
I tassi frenano l’economia, e in questo momento si sono verificati collassi di banche quindi eventi molto pericolosi che dimostrano che l’economia è fragile e rallentarla comporta dei rischi.
Perchè Powell, presidente FED, ha deciso comunque, di alzare i tassi nonostante questa situazione?
Perché ha la Yellen, ministro del tesoro a dargli manforte nel caso di problemi al sistema bancario e vuole a tutti i costi abbassare l’inflazione che al momento è ancora al 6%.
Un’inflazione così l’ultima volta lo abbiamo vista 50 anni fa.
Tassi alti significa meno depositi, più prelievi, e nel caso in cui, come avvenuto alla Silicon Valley Bank, parte dei depositi sia stato incautamente vincolato in titoli di stato, significa problemi, perché i titoli di stato acquistati in precedenza, nel momento in cui i tassi aumentano, perdono di valore e non possono quindi essere svincolati prima della scadenza senza accusare perdite.
Questo è dietro al crack della Silicon Valley Bank. Credevano di incassare una rendita facile mettendo i depositi dei clienti in treasury, ma non esistono pasti facili e quando c’è stato bisogno di quel capitale, non era disponibile a meno di vendere titoli che valevano meno del valore di acquisto e accusare perdite importanti a bilancio.
Questa dinamica riguarda moltissime banche, persino in Europa. I governi infatti hanno collocato alle banche, obbligazioni a tasso zero a quantità industriali, e ora che i tassi salgono quella roba lì è in perdita.
Tutti pensavano che a causa di questa situazione delicata, la FED, rinunciasse ad alzare ancora i tassi, invece contrariamente al pensiero comune, Powell ha deciso lo stesso di alzare i tassi di altri 25 punti base, portandoli a 5%.
Ma non c’è il sistema bancario in crisi?
Sì, c’è il sistema bancario in una situazione di fragilità, ma Janet Yellen ministro del tesoro USA ha confermato che verrà fornito un supporto totale a qualunque situazione che possa potenzialmente compromettere i depositi bancari dei correntisti
Se dovessero succedere altri casi come quello di Silicon Valley Bank e compagnia bella, il tesoro è pronto a coprire a prescindere i depositi dei correntisti in maniera illimitata e quindi anche oltre il famoso tetto dei 150mila dollari per conto. Anche i conti con 1 2 3 5 10 milioni, la Yellen li copre. (non ti tasca sua ovviamente)
Qual è la conseguenza di tutto ciò?
I tassi alti colpiscono tutti in particolare chi ha difficoltà economiche o chi ha un mutuo o un prestito da ripagare o magari le piccole aziende con dei debiti o che non possono più avere accesso al credito perché non se lo possono più permettere.
Mentre i fiumi di liquidità sono riservati alle banche che fanno le porcherie.
Ricapitolando.
Se sei una persona per bene che ha un mutuo DEVI SOFFRIRE, se sei una banca i cui dirigenti hanno pasticciato facendo casini immani, ovviamente ricevendo lauti stipendi, non c’è problema, in quel caso il governo è pronto a scaricare fiumi di denaro, a gettare salvagenti d’oro e ne esci impunito.
Si incentiva sempre di più quello che viene definito moral hazard, o rischio morale, cioè la tendenza a perseguire i propri interessi a discapito della collettività.
I dirigenti si sentono tranquilli di poter fare tutte le porcate del mondo, tanto c’è sempre qualcuno pronto a mettere una pezza ai loro casini, gettando salvagenti d’oro.
Salvagenti d’oro che ovviamente sono a spese della collettività.
Jerome Powell, presidente della Fed ha dichiarato cito testualmente “«Continueremo a monitorare attentamente le condizioni del sistema bancario e siamo pronti a utilizzare tutti gli strumenti necessari per garantirne la sicurezza»
Ma come stanno monitorando? Stanno monitorando bene?
Sapete perché lo chiedo?
Perché i dati fanno abbastanza venire la pelle d’oca.
Vorrei mostrare uno specchietto inquietante che è apparso su bloomberg.
Qui è riassunta la situazione di solvibilità delle principali banche regionali americane.
L’ultima colonna a destra indica la percentuale di liquidità in rapporto ai depositi.
Quella è la percentuale di capitale che la banca ha a disposizione in rapporto ai depositi per restituire i soldi ai correntisti in caso di corsa agli sportelli.
La situazione generale è piuttosto inquietante, la media del cash disponibile per prelievi dei correntisti a parte qualche caso particolare, si attesta attorno al 20/25%
Non è tantissimo! (per usare un eufemismo)
Ipotizziamo che il 20/25% dei depositi venga prelevato, la banca rischia seriamente una crisi di liquidità e deve andare a tirare la giacchetta alla Yellen pronta a lanciare il salvagente d’oro di cui abbiamo parlato prima.
Alcune di queste banche non arrivano nemmeno al 3% questo è veramente inquietante, ma chi le gestisce ste banche? Topolino?
È il caso per esempio di Prosperity (che dati alla mano di prosperity ha solo il nome) e di first republic che già sappiamo è nei problemi.
In questo bel quadretto come approcciamo gli investimenti nella finanza buona?
Mercati azionari continueranno probabilmente ad andare in calo, questo è positivo, ci permette di investire in tramite ETF dedicati e azioni singole a prezzi sempre più convenienti.
La aziende finalmente, inizieranno ad essere disponibili a prezzi sempre più vicini al loro reale valore intrinseco.
Finalmente!
Sarebbe ora!
Per quanto riguarda le obbligazioni. In USA il 5% inizia ad essere davvero un buon rendimento considerando un molto probabile taglio a partire dall’anno prossimo, taglio che farebbe schizzare su il prezzo delle obbligazioni emesse sottoscritte in precedenza.
Detto questo, noi continuiamo ad investire in base al nostro piano, consapevoli che tutte queste informazioni ci sono utili per comprendere la situazione attuale dell’economia e fare piccoli aggiustamenti che ci permettono di ottimizzare il portafoglio per ottenere un rendimento superiore alle medie di mercato.
Investendo con una corretta pianificazione, come sfanno i consulenti indipendenti, permette comunque di stare tranquilli, perché quando si investe nella finanza buona pianificando bene, non preoccupa un crollo di mercato nel breve periodo, anzi è il benvenuto perchè aiuta a guadagnare di più.
Chi investe come Dio comanda, e scusate se tiro di mezzo il supremo, ha già pianificato in anticipo le sue mosse da qui per i prossimi 10/20/30 anni utilizzando tattiche intelligenti per trarre vantaggio proprio da queste situazioni.
Vuoi scoprire la finanza buona?